FICO accessibilità ubriaca
A seguito dell’apertura al pubblico di FICO (Fabbrica Italiana Contadina) a Bologna, noi della Skarrozzata incuriositi da questo nuovo progetto abbiamo voluto visitarlo e testarne l’accessibilità.
Vi racconteremo quindi il nostro percorso e i nostri test di accessibilità.
Premesso che trattandosi di una nuova realtà tanto gasata, le aspettative erano alte soprattutto in tema di comfort e servizi agli utilizzatori.
La nostra analisi di accessibilità rivolte alle persone con disabilità inizia dall’area esterna con il nostro arrivo a FICo. Entrando nell’area parcheggio con un autoveicolo non si capisce veramente bene quale sia il posto più giusto per parcheggiare ma alla fine siamo riusciti a capire che i posti riservati alle persone con disabilità sono in prossimità dell’ingresso; scesi dalla macchina vi sono dei percorsi pianeggianti che conducono all’ingresso dell’edificio, qui si trova il podio per i selfie logicamente non accessibile e di piccole dimensioni, per i disabili selfie dal basso.
Ci dirigiamo verso l’ingresso senza chiedere troppe informazioni, andando un po’ a naso per vedere se Mr. FICo è stato capace di realizzare dei percorsi semplici e intuitivi. Entrati nell’edificio scopriamo che l’area è un grande spazio chiuso riscaldato, totalmente gratuito e aperto al pubblico. Vi sono tante biciclette a tre ruote parcheggiate lungo i percorsi e vi è una specie di pista ciclabile, ma non vi sono ausili per portatore di handicap o anziani.
Partiamo per il percorso e man mano che procediamo incontriamo diverse situazioni commerciali, vi sono i Ristoranti nei quali vi è l’area dedicata all’illustrazione del processo produttivo del prodotto e l’area consumazione, vi sono i Chioschi con preparazione del prodotto Street Food, Bar e Caffè dove potersi rilassare.
Chiacchierando e girando notiamo che praticamente tutte le realtà presentano poca attenzione all’inclusione dei vari tipi di persone che ne fruiscono, a partire dai bambini per arrivare agli anziani. Classico errore che si ripete, i banconi dei chioschi e ristoranti sono tutti molto alti, solo alcuni presentano aree basse per la consumazione di persone di bassa statura o appunto persone sedute in carrozzina, ci viene in mente che se sei in carrozzina dovrebbero decisamente prevedere anche un allungamento di braccia.
Decidiamo di sederci da qualche parte per mangiare e iniziamo a studiare le sedute, praticamente tutti i locali hanno un’area con tavoli alti e sgabelli assolutamente inutilizzabile da una vasta cerchia di persone ma per fortuna adiacente vi sono anche tavoli bassi con sedie per tutti, piccolo dettaglio, i tavoli hanno la gamba centrale o altre angherie che rendono difficile accedervi con una sedia a rotelle.
Continuiamo il nostro giro, vi è un immenso mercato al chiuso dove vengono promossi e vendute le eccellenze italiane con un sovrapprezzo di circa il 30% rispetto i prezzi del supermercato, gli scaffali sono di altezza accessibile a tutti con descrizioni molto dettagliate sul prodotto e la sua provenienza. Oltre a una parte chiusa vi è tutta la parte esterna che circonda il fabbricato con l’area per le coltivazioni didattiche , il frutteto e esposizione degli animali delimitati da recinti e gabbie.
Rientrando nell’area interna vi è una grande piazza con una specie di anfiteatro aperto scavato sotto la superficie, luogo oggetto del discorso inaugurale dove sarà possibile realizzare spettacoli e presentazioni; peccato che non abbiano previsto un accesso al palco e ai posti a sedere anche a persone con difficoltà motorie, vi sono rampe di scale ripide con gradoni scomode a tutti.
Dobbiamo andare in bagno. I servizi igienici sono presenti in gran numero e vi è sempre quello dedicato all’handicap, non abbiamo notato percorsi per non vedenti e soprattutto la segnaletica interna è scarsa è poco intuitiva completamente diversa da quella che tutti conosciamo e siamo abituati.
E’ ora di tornare a casa, girando abbiamo sbagliato e siamo usciti dall’entrata così non siamo riusciti a pagare il parcheggio e abbiamo fatto un gran casino al casello di uscita con l’auto dove probabilmente ci arriverà la multa per non aver pagato il posteggio. Se fossimo usciti da dove si deve avremmo dovuto fare un lungo tratto scoperto per arrivare all’auto rischiando il freddo e la fatica dopo tutta la giornata a spingere la nostra sedia.
I numeri (tratto da Corriere di Bologna)
Eatalyworld impegna oltre 150 aziende italiane, dal Nord al Sud del Paese, di ogni tipo e dimensione: cooperative e consorzi, grandi gruppi e piccolissimi artigiani. Il Parco occupa direttamente circa 700 persone, ed ha una ricaduta complessiva stimata di 3.000 posti di lavoro nell’indotto. Mira ad attrarre, a regime, sei milioni di visitatori l’anno, di cui almeno due milioni dall’estero, offrendo una piattaforma internazionale al mondo dell’agricoltura, della produzione alimentare, del turismo e della cultura italiani.
Conclusioni
All’interno di FICO si può stare senza giacca poiché riscaldato, abbiamo incontrato persone di tutte le età, gruppi, coppie e solitari, tutto sommato abbiamo passato una bella giornata.
In conclusione riteniamo FICO uno spazio accessibile è facilmente fruibile da persone con difficoltà motorie, ci auguriamo che quanto da noi segnalato venga risolto al più presto poiché non ammissibile per un luogo di nuova costruzione che sarà visitato da persone di tutto il mondo.
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